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Un film di Jonas Åkerlund. Con Dennis Quaid, Ziyi Zhang, Peter Stormare, Patrick Fugit, Eric Balfour.
Thriller, durata 110 min. - USA 2008. - Moviemax data uscita 06/02/2009.
Un vassoio contenente dei denti umani ritrovato al centro di un lago ghiacciato segna l'inizio di una serie di efferati delitti che sembrano portare la stessa firma. Il detective Breslin, specializzato in odontologia foreste, viene chiamato a seguire il caso. Vedovo e padre distratto di due figli maschi, il poliziotto s'immerge nelle indagini che lo portano alla scoperta di una setta che agisce secondo un cerimoniale ispirandosi ai quattro cavalieri dell'apocalisse, portatori di rovina e distruzione.
Abbandonato l'allucinato e chimico scenario di Spun - l'esordio in lungo che puntava le luci su un gruppo di balordi delinquenti - Jonas Åkerlund torna al cinema con un thriller psicologico vagamente horror per esplorare la mente umana e il sottobosco lussurioso di una città alla deriva. Smessi gli abiti da regista di videoclip che avevano contraddistinto anche il linguaggio filmico di Spun (per chi non lo sapesse l'autore svedese ha diretto, tra gli altri, "Smack My Bitch Up" dei Prodigy, "The Everlasting Gaze" degli Smashing Pumpkins e "Music" di Madonna), Åkerlund confeziona un film in maniera rigorosa, duettando ora con il paesaggio innevato e verginale del Canada, ora con le insanguinate e terrificanti scene del crimine virate nei colori dei quattro cavalieri.
L'incastro di eventi mantiene alta la suspense e incita lo spettatore a tentare di risolvere un rebus dove gli elementi religiosi e le citazioni dalle sacre scritture contrastano con la componente erotica del film. La tecnica di bondage nota come "sospensione" - che pur trae le sue origini da antichi rituali - sembra fornire al regista una spettacolare scena del crimine più che servire ai fini narrativi, ma allo stesso tempo riesce nell'intento di fuorviare lo spettatore dalla soluzione più logica degli omicidi seriali.
Il misurato Dennis Quaid, che già si era confrontato col ruolo del poliziotto, è a suo agio nei panni del detective scrupoloso e accigliato mentre Ziyi Zhang, nella sua apparente innocenza, sembra rifarsi all'espressione che ci aveva donato ne La foresta dei pugnali volanti e in The Banquet.
Sebbene non manchi di un'egregia messa in scena e di una trama fitta e lineare, a conti fatti The Horsemen si indebolisce di fronte al movente perdendosi in un finale moralistico.
Fonte: Mymovies.it